La favola delle formiche

by Guglielmo Menegatti

Copertina

Così come in ogni favola di buona fattura, anche qui troverete un insegnamento morale, spunti per  riflessioni, sogni e ovviamente non mancheranno quelle informazioni utili per conoscere le cose segrete.

Prima di iniziare rammentiamo al gentile lettore che questa è una favola,  pertanto ci sono cose vere e altre false, ma prima di fare la vostra classificazione, vi invitiamo a porre la più scrupolosa attenzione perché le cose che sembrano false potrebbero essere vere e ovviamente anche il contrario.

Ora mettetevi comodi, rilassatevi perché partiremo subito e il viaggio sarà ricco di emozioni e sorprese.

Tanti tanti anni fa, e gli anni sono più di 200 milioni, c’era un popolo molto progredito che dominava in modo incontrastato su tutto il nostro bellissimo pianeta. Ciò che rimane  ai nostri giorni  di questo popolo grandioso, sono quegli animaletti che tutti conoscono con il nome di Formiche.

Quando il popolo delle Formiche era al suo massimo splendore, tutti gli altri esseri viventi del pianeta avevano  un profondo rispetto e una tale paura che al solo vedere una Formica c’era chi si prostrava, chi si nascondevano o chi scappava a più non posso.

Forse sarete sorpresi nel sapere  che fin dall’antichità alcuni animali, per avere maggior riuscita o prestigio nella vita,  hanno cercato in tutti i modi di imitare le Formiche sia nell’aspetto che nel portamento (Mirmecomorfismo)

Imitare le Formiche  non era una prerogativa esclusiva degli animali, anche gli uomini primitivi e più opportunamente le donne, si abbigliavano così da apparire come Formiche. Qui sotto dei grafiti che hanno circa 20.000 anni e che mostrano l’abbigliamento delle femmine dell’epoca. Nei due piccoli riquadri in basso a sfondo bianco sono riprodotti a sinistra i tratti di una tipica Formica e a destra il dettaglio più definito di come si vestiva una seducente femmina umana di quel tempo remoto.

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Nel più recente passato un grande estimatore e imitatore delle Formiche è stato certamente il faraone egiziano Akhenaten (1375 ac 1334 ac). Nell’immagine qui sotto a sinistra il ritratto del faraone e a destra mentre adora il dio Aton.

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Anche ai giorni nostri  continua ad esistere un mito che nessuno sa spiegare ma che è in assoluto contro natura e cioè: “i fianchi da vespa”.
Ovviamente per voi che leggete questa favola risulterà chiaro che le “vespe” non hanno nulla a che fare con questa moda, anzi, siamo certi che ora capirete anche perché molte ragazze amano portare due lunghe trecce di capelli.
L’immagine sotto è stata prelevata da questo sito e se volete approfondire  potete cliccare qui: Edwardian Corset.

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Le prime Formiche che hanno colonizzato il mondo erano molto diverse da quelle che conosciamo;  oltre ad essere più grosse erano indipendenti ed agivano in modo autonomo. Ogni formica aveva la sua famiglia, i suoi figli e una sua occupazione e in altre parole vivevano esattamente come viviamo noi esseri umani. Qui un’immagine di una regina preistorica la Titanomyrma vissuta circa 100 milioni di anni fa comparata ad un Colibrì.

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In verità è necessario precisare che le Formiche non furono il primo popolo evoluto a dominare la Terra; prima di loro ci furono gli Imenotteri (Hymenoptera), che poi generarono le Api e quindi le Vespe (Vespoidea) . Dalle Vespe nacquero appunto le Formiche, questa però è un’altra storia della quale (forse) vi diremo in futuro.
La civiltà delle Formiche ebbe uno sviluppo graduale ma inarrestabile e fu fondamentalmente  determinato dalla loro capacità di trasformare le continue scoperte dei loro scienziati e inventori, in dispositivi immediatamente utilizzabili
Nell’agricoltura erano così abili che riuscivano a garantire  cibo abbondante e buono per tutti, e ancor di più il loro cibo aveva  la capacità di curare le malattie.
Spiegare anche in sintesi la loro biotecnologia è molto difficile, non solo perché è di una complessità inaudita, ma anche per il fatto che (purtroppo) ai nostri giorni rimangono pochissime tracce della fastosità dei loro progetti.
Per avere un’idea molto riduttiva di come operavano, si deve sapere che qualsiasi cosa generata dalla loro agricoltura era il risultato della simbiosi di moltissimi elementi e  competenze; quello che producevano era biologicamente puro, e veniva prodotto  mantenendo  l’ambiente incontaminato.

Ad esempio coltivavano dei funghi (Atta) ad altissimo potere nutrizionale e calorico in un ambiente chiuso e controllato. Chi si occupava direttamente di queste coltivazioni erano degli animali-operai geneticamente modificati. Molte piante e animali che sono ancor oggi  alla base dell’alimentazione umana sono stati creati appunto dalle Formiche,  ne citiamo  due a titolo di esempio ma in realtà sono moltissime:

IL MAIS, che ha una così elevata fragilità biologica, tanto  che se la pianta è lasciata a se stessa muore senza nessuna capacità di riprodursi perchè  è necessario che i suoi semi siano inseriti manualmente nella terra e poi curati nello sviluppo. L’incapacità alla riproduzione è determinata dall’enorme quantità di grani (semi dei quali ci nutriamo) che sono strettamente racchiusi e quindi mantenuti dal suo resistentissimo involucro, che per proteggere i semi è come l’acciaio resistente ai colpi, alle intemperie e al vento.

LA MUCCA,  ha molti geni modificati, che sono in grado di proteggerla   tramite le sue difese immunitarie; essa ha la capacità di produrre  alimenti  altamente proteici sia per mezzo dalla sua carne che  dal suo latte.

Lo sviluppo geografico ed egemonico del regno delle Formiche nel nostro  pianeta fu la conseguenza di una una lunga serie di guerre eroiche e cruenti;  e anche quando le formiche erano riuscite a sottomettere e conquistare l’intero  mondo non riuscirono ad instaurare un tranquillo regno di pace, perché  iniziarono subito nuove lotte.

In queste nuove battaglie i nemici da combattere  non erano più  la natura o altre specie viventi, ma erano altre formiche, e le lotte  erano causate dal desiderio di potere e dal contrapporsi di varie ideologiche politiche.

Le ideologie più importanti che per moltissimi anni divisero e opposero l’opinione pubblica delle formiche erano principalmente basate sul modo di gestire le risorse della terra. Un gruppo di Formiche voleva usare esclusivamente la biologia mentre un altro gruppo optava per la prevalenza di  metodi tecnologici. (Per tecnologia s’intende quella che attualmente noi umani usiamo e conosciamo)
Le ragioni del contendere erano basate su due principi, i “biologi” dicevano che l’uso della tecnologia avrebbe creato rifiuti pericolosi e inquinamento, mentre i tecnologi affermavano che nessuno aveva il diritto di modificare la vita nel suo intimo, non solo per una questione etica ma perché i nuovi organismi erano imprevedibili nel loro sviluppo e quindi era statisticamente alta la probabilità di creare nuove malattie a conseguenze disastrose.

Le Formiche nella loro storia politica  applicarono principalmente  la biologia e il loro operato è visibile anche ai nostri giorni. Per brevi periodi comunque essi usarono anche la tecnologia. Nei periodi a prevalenza tecnologica gli scienziati riuscirono a sviluppare  numerose scoperte ed invenzioni, la più rilevante dalle quali, fu la capacità di convertire la forza di gravità in energia utilizzabile. Prima di descrivere questa importante invenzione dobbiamo però doverosamente far notare che per le Formiche la Gravità non era una forza attrattiva bensì essa era  premente, insomma esattamente il contrario di ciò che dice la nostra scienza di uomini moderni.
Ai nostri giorni quel che resta di questa tecnologia è soltanto il nome del suo inventore ma evidentemente il nome che conosciamo potrebbe risultare alterato in quanto tradotto da un’altra lingua; invece è  attendibile  l’informazione sul luogo dove lo scienziato morì; si tratta di  una baia che ha lo stesso nome dell’isola dove trapassò il fantomatico re Artù, perdonate la carenza d’informazioni ma si tratta di notizie che risalgono a milioni e milioni di anni fa.

“Tommaso inviato nel villaggio marrone”, ecco… questo è lo stranissimo nome dell’inventore che divenne celebre e orgoglio delle Formiche.
All’epoca dell’invenzione di Tommaso, come già anticipato, si pensava che la forza di Gravità fosse  un flusso che generava una spinta ma nessuno era riuscito a imbrigliare e dirigere questa forza;  finché un giorno, forse in modo casuale, Tommaso si accorse che i cristalli di silicio erano in grado di deviare la gravità, l’applicazione di questa osservazione consentiva di spostare o concentrare su un punto qualsiasi questa forza universale.

Il suo primo esperimento dimostrativo consisteva in un semplice tubo che conteneva della sabbia di mare (silicio), il tubo era poi riempito al suo colmo con acqua comune. Immergendo due elettrodi di materiale identico uno sulla sommità del tubo e l’altro alla sua base Tommaso egli  verificò che si manifestava una tensione elettrica.

Tensione che era proporzionale all’inclinazione del tubo, in altre parole se il tubo era orizzontale non si manifestava alcuna tensione mentre ruotando il tubo di 180°(capovolgendolo) la tensione s’invertiva rispetto ai terminali dello strumento di misura.

L’energia prodotta in questo modo era piuttosto debole ma il dado era tratto; di li a poco altri inventori  iniziarono a  sviluppare metodi a rendimento più elevato; uno di questi metodi  fu applicato anche nell’antico Egitto e nella cultura Sumera, consisteva nel sistemare pietre a base di silicio ma con orientamento cristallino differenziato in modo da creare un wafer di strati disposti verticalmente. La quantità di energia prodotta migliorava notevolmente se si aggiungevano dei corpi pesanti sulla sommità degli strati.

I generatori a strati di pietra per funzionare necessitavano di una polarizzazione ad alta tensione, che le Formiche riuscivano a produrre con delle pile elettrochimiche che funzionavano in modo intermittente, l’intermittenza era controllata da colossali interruttori elettromeccanici a termostato e infine la tensione intermittente era elevata per mezzo di macchine a induzione.

Dovete sapere che dopo Tommaso ci fu un altro importante inventore (del quale si è perso ogni riferimento) il quale si accorse che di fatto le pietre non erano necessarie e quindi per produrre energia elettrica era sufficiente il gradiente di pressione naturale, (gradiente che noi oggi chiamiamo “idrostatico”).

Quest’ultima invenzione relegò i wafer di pietra al più modesto impiego domestico o locale mentre per le grandi potenze si fecero apposite centrali che sfruttavano appunto il gradiente di pressione naturale, le nuove centrali erano prevalentemente localizzate nei mari o nei grandi laghi.

Il gradiente che è presente in tutti i liquidi sottoposti alla forza di gravità diventava così utilizzabile con profitto quando era elevatala la distanza fra il terminale superiore e quello inferiore, la realizzazione del progetto nel suo principio generale era quindi semplicissima infatti era sufficiente porre una piastra di metallo conduttore nella profondità del mare e un’altra in superficie.

Ovviamente il fatto che il principio fosse semplice non implicava che la realizzazione pratica fosse altrettanto semplice e quindi le Formiche dovettero mettere tutto il loro impegno per costruire queste centrali e i dispositivi necessari per il controllo e la regolazione della potenza….. se poi si tiene in conto che gli elettrodi erano in oro si può comprendere la difficoltà.
Fortunatamente per noi alcuni autori dell’antichità ci descrivono il modo con il quale le Formiche estraevano l’oro, in particolare Erodoto nel suo libro “Le nove muse”.

Il libro di Erodoto è liberamente consultabile o scaricabile dalla biblioteca di Google a questo link, e l’argomento lo troverete a pagina reale 72 con inizio al punto 102.

In onore alla verità dobbiamo anche dirvi che le Formiche come individui avevano la capacità di estrarre l’oro in modo biochimico ma l’oro estratto con questo metodo era utilizzato esclusivamente per finalità mediche, l’oro che invece doveva servire alle centrali elettriche era il frutto degli scavi di un animaletto creato appositamente dalla loro scienza genetica e che si chiama Heterocephalus. Questo animaletto è un mammifero a sangue freddo che vive in comunità con una regina (come le Formiche) ma è specializzato per lavorare al buio e sotto terra, insomma una specie di minatore adattato per cercare l’oro nelle profondità.
Le centrali sottomarine richiedevano sorveglianza e una manutenzione continua (e accurata) e fu a causa di questo problema che le Formiche furono indotte a costruire delle città sommerse e ad imparare come muoversi e vivere nelle profondità e nelle correnti impetuose. (Polyrhachis, Solenopsis ). Se vi chiedete come riuscivano le Formiche a scavare pozzi e tunnel nella roccia o fare fori con grande precisione possiamo dirvi che la stessa tecnica, in seguito, fu anche usata da quasi tutti i popoli umani dell’antichità.
Ad esempio le mura ciclopiche, le piramidi e altre costruzioni che attualmente sono classificate come misteri irrisolti in realtà hanno una spiegazione che come certamente avrete già intuito deriva da un’invenzione delle Formiche.
Sul come riuscivano le Formiche a lavorare le pietre noi abbiamo un’idea ma purtroppo le informazioni in nostro possesso risalgono a milioni di anni fa per cui la precisione è scarse. L’unica cosa sicura è il nome del componente base che era utilizzato, questo prodotto si chiamava “Dattero”. Sappiamo inoltre che per trovare questo “Dattero” si doveva prima ricercare una roccia che assomigliava ad una spugna (e cioè piena di buchi) e poi trovata la spugna allora nelle vicinanze si poteva vedere e quindi raccogliere questa cosa di nome “Dattero”.
Ovviamente per noi il “Dattero” è un frutto buonissimo che fa anche bene e di conseguenza questa parola potrebbe essere una omonimia oppure un errore di trascrizione. Per chi fosse invogliato a fare ricerche sull’argomento possiamo aggiungere ancora un’altra cosuccia che è relativa al secondo componente da miscelare con il “Dattero”.
Non possiamo descrivere e nemmeno conosciamo il nome di quest’altro componente ma sappiamo di due fatti inspiegabili successi il primo durante l’impero Romano e il secondo durante la dominazione Spagnola in sud America.

L’impero Romano Come è noto la civiltà di Roma inizia circa nel 400 AC e va ben oltre il 400 DC, in questi (almeno) ottocento anni la tecnica costruttiva poligonale è stata sempre attiva ed in uso sia in Italia sia nei territori dell’impero. I Romani che certamente erano a conoscenza della tecnologia Ciclopica per qualche misterioso motivo rifiutano d’impiegarla e non la usarono mai nemmeno dove poteva essere molto utile come ad esempio per costruire barriere difensive e fortificazioni.

La prova di quanto affermato la ritroviamo ad Amelia (Terni) che è una città dove esiste un fortificazione perimetrale Poligonale che ha la proprietà di essere stata costruita in epoche diverse.

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Per chiarire usando atre parole sottolineiamo che i Romani erano presenti e sul luogo durante la costruzione delle mura Ciclopiche di Amelia.

Nel 2006 ad Amelia, per cause naturali una parte della recinzione crollò consentendo così una visione diretta delle sue fondazioni e si scoprì così che il supporto della fondazione era costituito da grosse ossa di animali. L’impiego delle ossa come complemento delle fondazioni era abbastanza comune nelle costruzioni dell’epoca ma ciò che sorprende è che non erano ossa derivate dagli scarti di macellazione. Le ossa quando giunsero nel cantiere e quindi prima di depositarle erano ricoperte da carne fresca cioè non macellate preventivamente, insomma non erano ossa spolpate e pulite ma parti di animali complete. La deduzione più logica che si può fare è che prima dell’accatastamento come fondazione le carni siano state sottoposte nel cantiere stesso a qualche azione come ad esempio la spremitura o chissà quale altra diavoleria.

Cuczo Perù Gli Inca sono stati certamente i maggiori maestri nella lavorazione di precisione delle pietre e quando arrivarono gli Spagnoli le costruzioni ciclopiche erano in corso non solo nella capitale Coricancha ma anche nei dintorni. Il tempio del Sole che era la principale costruzione di Coricancha fu riconvertito e in parte trasformato dagli spagnoli per erigere la chiesa di Santo Domingo. Nella foto qui sotto Santo Domingo, si noti che le pietre non solo s’incastrano alla perfezione ma sono anche curve.

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Incredibilmente gli Spagnoli che erano alla caccia di ogni novità non solo non usarono mai la tecnologia Ciclopica ma fecero di tutto per cancellare ogni traccia che descriveva questo metodo e le sue procedure costruttive.

Insomma pare proprio che per costruire questo tipo di mura si dovessero fare cose brutte e contro la morale e con elevata probabilità, in alcuni casi, si usava anche la carne umana. Per concludere l’argomento “Ciclopiche” ricordiamo che nel Palazzo dell´Alhambra, in Andalusia una ricerca dell’università di Granada ha rilevato che i Mori ricoprivano le mura con “Idrossiapatite”. Le analisi hanno anche messo in luce che la sostanza ritrovata sulle mura si ottiene facendo calcinare le ossa di maiali in forni ad alta temperatura. http://it.wikipedia.org/wiki/Calcinazione

La stesso metodo della calcinazione per rinforzare la mura era diffuso anche nella cultura celtica.
Tornando alle favola sulle nostre care Formiche continuiamo dicendo che la loro intelligenza e la loro capacità organizzativa produsse nel popolo un notevole benessere individuale e il potere assoluto su tutti gli esseri viventi,
La ricchezza e il benessere però ebbero come conseguenza un aumento tale della la popolazione da rendere necessaria la creazione di una nuova politica globale che obbligava l’uso di rigorose procedure per l’ottimizzazione della produzione alimentare, della distribuzione delle risorse e per la convivenza sociale.
Fu creato così un governo centrale che aveva grande potere decisionale. La nuova politica richiedeva ovviamente anche l’aumento in quantità delle specializzazioni individuali in modo da disporre di esperti specifici così da ottenere il massimo dell’efficacia e dell’efficienza. Nacquero quindi le “categorie” sociali e il risultato fu che i medici erano veri medici, gli ingegneri non sbagliavano i calcoli e insomma ciascuno faceva il proprio lavoro nel modo migliore, rapidamente e senza sforzo.

La ricchezza, la pace e il nuovo governo consentirono alle formiche di dedicare più tempo e fare ricerche speculative di ogni tipo, ricerche non solo nell’ambito scientifico ma anche in quello religioso e filosofico. Purtroppo le ricerche in filosofia e in genere quelle astratte o comunque quelle con argomento non finalizzato alla sola sopravvivenza finirono per creare disagi perché mettevano in discussione ogni cosa e in particolare quei principi sui quali le Formiche avevano costruito il loro impero.

Riportiamo come curiosità una moda che nacque appunto in quel periodo e che vedeva l’impiego di grandi risorse e delle menti migliori.
La moda era in realtà una ricerca spasmodica dell’immortalità e praticamente coinvolgeva ogni Formica.

Pensate che si diffuse la credenza che nei pressi di una montagna dal nome strano che in italiano è: “Mammut” ci fosse un microorganismo che se ingerito restituiva vigore e giovinezza. La ricerca della montagna causò però più morti che benefici infatti come tutti sanno le formiche vivono bene solo in aree dal clima temperato mentre in questo luogo di “Mammut” fa un freddo boia.
Per alcuni anni (non molti però) dopo l’introduzione del governo centrale tutto funzionò al meglio ma poi, piano piano, successe che gli individui perdevano sempre di più la voglia di partecipare alla vita sociale ed erano diventati egoisti ed individualisti, in altre parole ciascuno pensava solo a se stesso.

Alcuni intellettuali e alcuni artisti avevano riscontrato questo problema ma nessuno riusciva a trovava il coraggio per creare un gruppo operativo o per redigere e pubblicare un documento comune o per organizzare manifestazioni pubbliche.

Un giorno però accadde che un professore di scuola, che tutti chiamavano il “Matto”, chiese udienza direttamente al primo ministro che poi era anche l’imperatore unico delle Formiche.

Nella documento di richiesta per l’udienza il Matto dichiarava che il popolo correva un pericolo gravissimo e che se non s’interveniva rapidamente tutto l’impero sarebbe crollato.

Il primo ministro accettò d’incontrare il professore a patto che l’incontro fosse pubblico e cioè con la presenza di tutti i media più importanti, qui sotto vi riporteremo la cronaca (in sintesi) di ciò che accadde in quello storico incontro.

Il primo ministro inizio per primo:

Il nostro impero funziona a meraviglia, tutti hanno cibo, una casa e l’accesso all’istruzione, le nostre leggi sono giuste e comunque quotidianamente facciamo ogni sforzo per migliorare ogni cosa. Da un po’ di anni però ci sono lamentele da parte di alcuni individui che oltre ad essere degli impostori e denigratori del nostro lavoro sono incapaci di proporre suggerimenti o comunque cose di rilevanza. Oggi abbiamo qui un professore di scuola e per mio desiderio tutto è stato  organizzato in modo che il mondo possa verificare e valutare l’attendibilità delle contestazioni, contestazioni che io in verità considero assolutamente inutili, reazionarie e violente.”

Tutta l’attenzione ora era sul “matto” il quale piuttosto imbarazzato cercava le parole per iniziare e finalmente dopo essersi grattato più volte la testa con le quattro zampe esordì così:
Quello che ora dirò si basa su un semplice postulato, postulato che è dimostrato più volte in natura… vi farò un esempio pratico: le cellule Staminali incominciano a morire nell’istante in cui perdono la loro proprietà rigeneratrice per divenire un organo specializzato. La specializzazione che noi Formiche cerchiamo con tanto vigore è in realtà un suicidio, un suicidio non solo fisico e reale ma anche psicologico.  La specializzazione inoltre comporta d elle importanti mutazioni biologiche che tendono a trasformare il nostro fisico in un semplice strumento attuativo
Il primo ministro con fare disponibile e gentile domandò:

Tu vuoi dire che un giorno i nostri medici nasceranno già dotati di uno stetoscopio fatto di pelle e ossa che spunterà direttamente dalle orecchie?”
Tutti i presenti scoppiarono a ridere e la vicenda stava prendendo una brutta piega per il nostro professore il quale però senza perdersi d’animo rispose:

Ben di peggio… ben di peggio succederà… un giorno tutti diventeranno macchine e le nostre donne non partoriranno più i loro figli ma tutti i figli saranno generati da una sola donna e in un solo luogo….”
Mamma mia” replicò il ministro che poi aggiunse: “E allora le nostre donne che faranno?”
Il professore:
Le nostre donne diventeranno schiave di una funzione sociale, non conosco quale sarà questa funzione ma i dati in mio possesso dicono che è già in atto una trasformazione fisiologica che altera il loro ciclo periodico e i maschi invece, in questi ultimi anni, hanno dimezzato la capacità di procreare.”
Il primo ministro ridendo disse:
Ma queste sono solo pure sciocchezze, comunque quale sarebbe la soluzione che lei propone.
Il professore:
La soluzione è molto semplice ma deve essere realizzata subito e senza ulteriori indugi e consiste nell’abolire la scuola e verificare periodicamente lo stato di specializzazione.”
Tutti si scoppiarono nuovamente a ridere e si arrestarono solo quando il primo ministro alzò due zampe in  segno di fare silenzio.
Il primo ministro poi domandò in modo ironico:
Caro professore la scuola è una conquista ed è l’unico modo per diffondere la cultura ma forse non ho capito… che cosa intende per “abolire la scuola“.”
La scuola” Rispose il professore: “così come è concepita è il primo strumento che porta
forzatamente ad una specializzazione e quindi alla distruzione individuale e sociale.
La scuola deve fornire solo ed esclusivamente un insegnamento basilare ridotto a l minimo possibile come ad esempio leggere, scrivere e i rudimenti della matematica mentre in modo più approfondito deve far capire l’importanza dell’amore e del rispetto per i propri simili, delle idee e di tutta la natura che ci circonda.
La scuola inoltre deve essere uno spazio libero e aperto a tutti indipendentemente dall’età e disporre di tutto quanto serve per conoscere, comprendere e sperimentare. ” Poi aggiunse:
“Veda signor ministro io ho insegnato per anni e posso dirle con certezza che chi ama la conoscenza s’informa in modo autonomo, fa le sue ricerche e pone domande a se stesso o a chi capita, invece chi non ama conoscere non imparerà nemmeno se ha 100 insegnanti che lo seguono passo a passo per tutta la vita. La scuola non deve rilasciare diplomi di nessun tipo e per esercitare una professione qualsiasi invece si deve possedere una patente, patente rinnovabile con periodicità prestabilita previo il superamento di esami
teorici e pratici. Si guardi intorno e vedrà che i farmacisti hanno figli farmacisti, lo stesso per gli avvocati, e per molte altre professioni che sono prodotte e protette da un titolo scolastico, insomma la scuola produce le caste che poi si auto sostengono socialmente e diventano come un popolo straniero che usa un linguaggio che solo i nativi possono comprendere. Primo ministro mi consenta di aggiungere che tanto maggiore è il potere della casta tanto maggiore è la corruzione che essa diffonde e tanto minore è l’efficienza professionale inerente la specializzazione dichiarata…. la prego mi consenta ancora una cosa, due sole parole che riassumo con una definizione:
“Proporzionalmente alla diffusione della scolarizzazione è in aumento l’imbecillità di un popolo.”

Il primo ministro invitò il pubblico a votare con alzata di zampa dicendo:
Avete ascoltato questo pazzo e ora vi chiedo di giudicarlo; ditemi se anche voi pensate come io penso e cioè che lo si deve condannare a morte per eresia e ribellione.”

Tutti i presenti (nessuno escluso) alzarono la mano e in pochi secondi il povero professore fu circondato dalle guardie che lo uccisero facendolo a pezzi.
Dovete sapere che al tempo delle Formiche m a anche ai nostri giorni il processo è tanto più breve tanto quanto la società è organizzata, in altre parole si spara o si passa ai fatti senza fare troppe domande all’imputato.
Come finisce la storia delle Formiche lo sappiamo tutti perché da milioni di anni non hanno fatto più alcun progresso, e come previsto dal professore “matto” i soldati nascono già soldati con le armi incorporate e tutti gli altri componenti posseggono in natura quanto serve allo svolgimento del loro lavoro.
Pensate che anche la capacità di comunicare con i suoni (Stridulazione) che distingueva singolarmente le Formiche è stata sostituita dai traccianti aromatici che sono identici per tutto un gruppo.
Insomma le Formiche da una grande società si sono trasformate in macchine che si auto mantengono e che hanno il solo scopo di mangiare per poi riprodursi; comunque ciò che hanno perso d’importante e che di fatto le ha trasformate in animali è la “solidarietà” e ora quando una Formica cade nessuno la soccorre.

L’organizzazione specialistica che può essere considerata di fatto una cosa distruttiva per le Formiche fu invece per alcuni animali, fra i quali l’uomo, una gradita liberazione.

Quando l’impero delle Formiche si disgregò rimasero in tutto il mondo solo dei Formicai geograficamente disconnessi e fra loro in continua guerra mentre gli animali che erano stati allevati nelle grotte piano piano tornarono in libertà perché ovviamente le Formiche non erano più in grado di accudirli e sorvegliarli.

Purtroppo per gli animali  il ritorno alla normalità non fu cosa facile perché erano stati modificati geneticamente e adattati per svolgere solo certe funzioni e per vivere in cattività protetti dal clima temperato e costante del formicaio.

In quel tempo gli esseri umani erano allevati dalle formiche,  e tenuti in vita (come i maiali) per le loro carni tenere ma in particolare erano considerati preziosi per i loro capelli e per la barba perché dovete sapere che i capelli sono molto sensibili all’umidità e si allungano o si accorciano in funzione appunto della quantità d’acqua presente nell’aria. Le Formiche che conoscevano bene questa proprietà dei capelli la usavano in moltissime applicazioni come ad esempio macchine per prelevare l’acqua dai fiumi o per fare strumenti da guerra, ecc. Gli uomini comunque erano utili anche per la loro urina che era usata per fare proprio di tutto e la melanina fornita in particolare dagli umani di pelle nera

Per l’uomo  la nuova condizione portò una serie di inconvenienti: oltre ad un gran mal di piedi e alle scottature solari c’era il problema del freddo e dell’estrema fragilità della sua pelle e non dimentichiamo  la perdita della capacità di cacciare o di procurarsi il cibo.

La provvidenza però volle che in molti luoghi gli uomini condividessero la vita insieme ai maiali. La ragione di questa convivenza era determinata dal fatto che sia i maiali sia gli uomini erano stati modificati geneticamente con gli stessi metodi e di conseguenza la somiglianza uomo maiale non è proprio casuale come qualche esperto dei nostri giorni dichiara.

Anche sull’uomo furono tentati ogni sorta d’esperimenti molti dei quali fallirono e il risultato lo ritroviamo in molti reperti archeologici che lasciano senza parole i ricercatori moderni.

Insieme
Come si diceva fu proprio la provvidenza a salvare gli uomini infatti la prime tre cose che fecero appena liberi furono le seguenti:
1) Arrostirono alcuni maiali e si fecero una grande abbuffata poi con i maiali rimanenti crearono allevamenti
2) Proibirono a tutti gli uomini e nel modo più assoluto di indagare e studiare anatomia e comunque le funzioni del corpo umano.
3) Consentirono solo a pochi di studiare o frequentare scuole poi distrussero libri, macchine e proibirono l’uso di ogni tecnologia.

Nella dura prigionia delle Formiche gli uomini avevano così sofferto che anche ai nostri giorni qualcuno ha una tale paura delle Formiche da farne una malattia. Ora per concludere la nostra favola e con la speranza che lettura sia stata piacevole e interessante, aggiungeremo alcuni riferimenti per chi desiderasse approfondire.
Prima di tutto parliamo degli indiani di razza Hopi che anticamente sono certamente stati in contatto con degli esseri umani modificati geneticamente che vivevano nelle grotte. Qui sotto due immagini che riproducono i costumi Hopi, nella foto di sinistra si noti il mantello bianco che sembra creato per rimpicciolire i fianchi e la tipica capigliatura. In questo link la storia degli Hopi

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Un’altra leggenda descritta in dettaglio da molti autori antichi è quella del “Mirmicoleone” cioè un misto di Formica e leone.

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Bene, siamo alla fine e se questa storia vi è piaciuta, gentilmente, divulgatela.
Qui sotto alcune immagini un po’ inquietanti:

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Shardana

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Dea Maia Ixchel

rupestre

Rupestre

madre

Madre con bambino Antico Egitto

Riferimenti utili: http://www.oocities.org/tetramorium/Indice.htm  

https://it.wikipedia.org/wiki/Formicidae

1 commento su “La favola delle formiche”

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